La morte di una persona cara , soprattutto se prematura, arreca un senso interiore di rabbia, di tristezza,di paura, ma soprattutto dolore.
Margaret ( nome inventato per esplicita richiesta di riservatezza), quando entrò per la prima volta nella stanza di yoga ,aveva poco più di 40 anni, si presentava in forma, sana e ricettiva alla pratica soprattutto ad una pratica dinamica. Lei era molto silenziosa e seria, aveva un sacco di forza interiore, di carattere, ma la sua più trascendentale energia sembrava celarla, aveva un sacco di energia che stava ,consapevolmente o non, lasciando a riposo, sembrava incapace di utilizzarla. Vidi che in alcune posizioni soprattutto quelle capovolte aveva paura e non riusciva ad andare oltre la sua zona di comfort, si bloccava, non lasciava fluire la sua energia e con la mente limitava le sue capacità non permettendole di riuscire ad andare oltre le sue apparenti limitazioni.
Margaret è una persona molto riservata e dunque non mi aveva esposto il suo problema interiore, fino a quando un giorno, in modo molto vago senza nessun dettaglio particolare, mi disse che le era morta una persona cara.
Capii subito che ci voleva qualcosa che andasse oltre la semplice razionalità e che raggiungesse direttamente il suo cuore, per riuscire ad affrontare quel dolore.
Compresi che con lei dovevo, tramite il corpo, arrivare alla sua mente e provocare un cambiamento all’interno della sua anima. Lo yoga doveva portarla ad affrontare il vuoto che la vita le aveva lasciato dentro.
La parte energetica e spirituale era troppo importante e ciò, seppur mentalmente non riusciva a comprenderlo, lo percepiva dentro e ad ogni lezione riacquistava pian piano la sua forma fisica e spirituale. Stava imparando a conoscersi meglio non soltanto fisicamente, comprese che stava intraprendendo un percorso mistico, cosa che l’attraeva molto ,ma che non sospettava nemmeno di averla mai presa in considerazione.
Così durante le lezioni in classe dedicai del tempo con lei a lavorare sulle posizioni capovolte, ma anche sulle posizioni di apertura del cuore e infine rilassamento e concentrazione su se stessi. Mi fu d’aiuto anche cantare mantra ( particolari suoni ripetuti come in un loop) e il mantra più importante fu OM
questo mantra rappresenta la verità del cuore e aiuta a connettere fra loro i profondi desideri di creare, imparare, guarire e aiutare.
Margaret è stata molto brava ha avuto fede nello yoga e ha sviluppato capacità e lucidità nell’intervenire immediatamente su quel senso di agitazione che altrimenti si sarebbe potuto trasformare in una profonda depressione.
Le ho insegnato che nella vita ci sono cose che non possiamo controllare e che dobbiamo accettare, ma la cosa bella , che dobbiamo pensare quando una persona cara ci lascia, dovrebbe , a mio avviso essere riassunta in pensieri tipo:
“quale dono mi ha voluto lasciare prima di andarsene? quale è la “lezione di vita” che ho imparato grazie a questa persona durante la vita trascorsa insieme?”
Riuscire a capire il testamento ideologico ed affettivo che quella persona ci ha lasciato ci permette di vivere la morte, non più come un abbandono , ma come un atto di amore per la vita vissuta insieme.
Ho vissuto recentemente la morte di mio suocero per un tumore al cancro si è spento nell’ agosto del 2019. Ho provato quel dolore di Margaret sulla mia pelle e per questo ho posto ancora più attenzione verso di lei portandola a fare più una pratica di rilassamento e iniziando la meditazione in modo graduale.
Oggi Margaret riesce a fare le posizioni capovolte senza avere paura e questo è un traguardo interiore importante perchè è riuscita a conquistare la fiducia e la capacità nell’ affrontare la sua tristezza.
Se vuoi conoscere la testimonianza diretta di Margaret continua a leggere:
Anna Maria Zullo I Yoga Spiritual Life School